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Prima stazione
Gesù è condannato a morte
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Se il mio Signor diletto
a morte hai condannato,
spiegami almen, Pilato,
qual fosse il suo fallir.
Che, se poi l’innocenza
error da te s’appella
per colpa così bella
potessi anch’io morir.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
«Ibis ad crucem». «Va alla croce!» dice Pilato. Parole umane, ma Gesù sente in esse la voce del Padre celeste. È il Padre che ora gli dice: «Va alla croce!». Ma presto gli dirà: «Siedi alla mia destra». Dio parla anche a noi attraverso le persone che ci fanno del male.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Seconda stazione
Gesù è caricato della croce
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
So che del suo supplizio
appare reo ch'il porta,
so che la pena è scorta già
del già commesso error.
Ma, se Gesù si vede
di croce caricato,
paga l’altrui peccato
sol per immenso amor.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Gesù prende su di sé la croce, la croce che noi abbiamo scolpito, che noi dovremmo portare. Egli porta il peso degli altri. Quanto è amaro per noi il doverci addossare le colpe degli altri. Pensiamo a Lui, che abbracciò senza lamenti le miserie di tutta l’umanità.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Terza stazione
Gesù cade la prima volta
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Chi porta in pugno il mondo
a terra è già caduto,
non gli si porge aiuto:
oh! ciel che crudeltà!
Se cade l’uomo ingrato
presto Gesù il conforta,
per Gesù solo è morta
al mondo ogni pietà.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Il Maestro cade sotto il suo carico. O Signore e Maestro, il giogo ed il peso che tu mi imponi è leggero e soave. Il tuo carico però è pesante ed è amaro, e ti prostra a terra. Deponi un po’ del tuo carico e affidalo a me. Fammi sentire intensamente il tormento per le anime, che tu hai redento così faticosamente.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Quarta stazione
Gesù incontra sua madre
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Sento l’amaro pianto
della dolente Madre,
che gira tra le squadre
in traccia del suo Ben.
Sento l’amato Figlio
che dice: «Madre, addio»;
più fier del dolor mio,
il tuo mi passa il sen.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
La Madre. Un istante di incontro dolorosissimo. Incontrarsi e ritrovarsi insieme fu così penoso quanto il commiato, che subito dovette seguire. Ella vide avanti e dietro a sé oscurità e notte. Ma fu tuttavia un solo attimo. Che importanza può avere ciò di fronte alla gioia di ritrovarsi per sempre, che avrà inizio il mattino di Pasqua?
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Quinta stazione
Simone aiuta Gesù a portare la croce
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Se di tue crude pene
son’io, Signore, il reo,
non deve il Cireneo
la croce tua portar.
S’io sol potei per tutti
di croce caricarti,
potrò nell’aiutarti
per tutti io sol bastar?
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Simone, il povero, debole uomo, può aiutare il Signore. L’Onnipotente si fa aiutare. Questo è il più grande onore che Dio possa rendere a noi uomini: chiamarci ad una collaborazione e voler fare affidamento su di noi. Per molti uomini farsi aiutare e lasciarsi far del bene è atto di grande umiltà e di sottomissione. È più facile dare che ricevere.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Sesta stazione
Veronica asciuga il sudore di Gesù
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Si vago è nel tormento
il volto del mio Bene,
che quasi a me diviene
amabile il dolor.
In Cielo che farai
se in rozzo velo impresso,
da tante pene oppresso
spiri sì dolce amor?
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Veronica riceve per la sua opera di misericordia l’effige del Signore. Magnifico quadro simbolico per significare che ogni opera d’amore ci imprime nell’anima l’immagine del nostro Maestro. Ma è l’immagine di un volto sofferente. Ogni vero amore porta i tratti della sofferenza.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Settima stazione
Gesù cade la seconda volta
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Sono i pesanti colpi
della ribalda scorta,
un nuovo inciampo porta
a terra il mio Signor.
Più teneri dei cuori
siate voi, duri sassi,
né più ingombrate i passi
al vostro Creator.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Di nuovo la stessa pena che ancora si ripete. Il Signore sapeva che la lotta continua, la tribolazione e la fatica, ci avrebbero stancati e scoraggiati. E così volle egli pure provare tutto questo fino in fondo, per dirci di non disperare, per dirci che ci è vicino anche negli attimi più bui della nostra vita.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Ottava stazione
Gesù parla alle donne
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Figlie, non più su queste
piaghe che porto impresse,
ma sopra di voi stesse
vi prego a lacrimar.
Serbate il vostro pianto,
o sconsolate donne,
quando l’empia Sionne
vedrete rovinar.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
«Non piangete su di me, ma su di voi e suoi vostri figli!» Non dobbiamo piangere per il suo patire, né tanto meno per le nostre piccole sofferenze personali. Ma per le sofferenze delle anime, e del mondo, per i peccatori e per il peccato. Quando impareremo a mettere da parte le nostre piccole, particolari afflizioni, e ad avere maggiore sollecitudine per il regno di Dio?
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Nona stazione
Gesù cade la terza volta
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
L’ispido monte mira
il Redentor languente
e sa, che inutilmente
per molti ha da salir.
Quest’orrido pensiero
sì al vivo il cor gli tocca,
che languido trabocca,
e sèntesi morir.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Come gli fu duro rialzarsi! Come sarebbe rimasto volentieri a giacere, per poter finalmente riposare! Ma il suo cuore ardente non può e non vuole fermarsi a metà cammino. Chi si ferma affonda le radici nella terra. Chi riparte ogni giorno è già sulla via del Cielo.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Decima stazione
Gesù è spogliato delle sue vesti
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Mai l’arca del Signore
del vel si vide scarca,
e ignudo il Dio dell’Arca
vedrassi e senza vel?
Se nudità sì bella
o ricoprir non sanno,
dite, mio Dio, che fanno
i Serafini in Ciel?
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Ora gli viene tolta la veste che sua madre gli aveva tessuto. La veste della regalità, che il Padre gli aveva riservata sin dall’eternità, egli l’ha deposta nel farsi uomo, quando accettò di essere come noi. Così si spogliò di tutto ciò che aveva ricevuto dal Padre e dalla Madre, di tutta la sua eredità, per poter in tal modo estendere a noi la sua paternità e la sua maternità.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Undicesima stazione
Gesù è inchiodato alla croce
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Vedo sul duro tronco
disteso il mio diletto,
e il primo colpo aspetto
dell’empia crudeltà.
Quelle divine mani
che al tornio sembran fatte,
ahi! che il martel le batte
senz’ombra di pietà.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Il suo corpo è fissato con colpi violenti alla croce, per dimostrarci con quale incrollabile ed inesauribile forza la sua anima si è abbandonata al volere del Padre, come vittima per noi. È bello, grande e pieno di dolcezza, abbandonarsi a Dio con dedizione completa e con totale adesione al suo volere.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Dodicesima stazione
Gesù muore in croce
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Veder l’orrenda morte
del suo Signor non vuole,
onde si compre il sole,
e mostra il suo dolor.
Trema commosso il Mondo
il sacro vel si spezza,
piangon per tenerezza
i duri marmi ancor.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Come potremo ancora temere l’oscuro cammino della morte dacché Gesù ci precede su questa via e ci conduce per mano dietro a sé? Come potremo bere senza gioia il calice ch’egli stesso ha vuotato, non lasciare che accada a noi ciò che già accadde a Lui? La morte è una reliquia del santo.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Tredicesima stazione
Gesù è deposto dalla croce
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Tolto di croce il Figlio,
l’avide braccia stende
l’afflitta Madre, e prende
in grembo il morto Ben.
Versa per gli occhi il cuore
in lacrime disciolto,
bacia quel freddo volto,
e se lo stringe al sen.
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Ecco: il figlio ritorna alla Madre dopo aver compiuto il compito del Padre. Dal Padre egli ritorna a lei; ella deve riprenderlo, amarlo e cingerlo con le braccia, così come le è restituito.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
Quattordicesima stazione
Il corpo di Gesù è posto nel sepolcro
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Tomba che chiudi in seno
il mio Signor già morto,
finch’Ei non sia risorto
non partirò da te.
Alla spietata morte
allor dirò con gloria:
«Dov’è la tua vittoria,
dov’è, dimmi dov’è?».
Ti prego, o Gesù buono,
per la Tua passion, dacci il perdono.
Così la speranza stessa discende fino al luogo senza speranza della tomba. Ora non esiste più disperazione sulla terra.
Santa Madre, deh, Voi fate,
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.